La Sizza del lunedì: election derby

L'esultanza per il pareggio di Schelotto.

L’esultanza per il pareggio di Schelotto.

 

Il Pdl fugge con El Sharroy, ma la classe operaia oriunda lo riacciuffa. E se la cabala non si smentirà ci sarà pareggio anche alle politiche. La testa della classifica di serie A dice che.

PD 58%
Napoli 51
Berlusconi – 13%

Ovviamente il derby più importante l’hanno giocato in Liga venerdì: Athletic Club – Real Sociedad 1-3. Ed io sarei dovuto essere sugli spalti del San Mamès ed invece il senso civico ha prevalso.

Ma poi una cosa non l’ho mai capita. Vivi in provincia di Pordenone, Milano è una città che fondamentalmente odi e dove non ci andresti mai a vivere, eccetto per i trans di corso buenos aires e l’aria buona. Magari sei anche di sinistra perché tuo padre prima di te non ha creduto che quello di Craxi fosse vero socialismo. Oppure sei un sottoprolet che arriva a fine mese per un soffio e quando hai ricevuto la lettere rimborso dell’IMU 2012 ti ci sei fatto una foto insieme come coi v.i.p. E la domenica sera ti metti davanti alla tv sperando che uno come Mario Balonpiè segni per la tua squadra di merda. Allora non hai capito un cazzo. Allora vent’anni di Berlusconesimo non ti sono serviti a niente. Che ci hanno pure inquadrato il TUO (non mio) presidente che ci aveva gli occhiali da vista perché sennò attaccava la congiuntivite malarica a mezza tribuna e ti prende quel sentimento di rabbia e riconoscenza che non capisci nemmeno cos’è ma stai male come dopo 8 omelette col mascarpone. Che poi anche a livello cromatico è stato un derby inguardabile. Quei colori lì uno vicino all’altro dovrebbero portare all’impotenza. Oppure sei uno di quelli che Mussolini, a parte le leggi razziali, a parte l’alleanza con Hitler, a parte la parata del 6 maggio ’38 con i vessilli nazi che sventolavano nella città eterna, a parte il confino, a parte la guerra in Russia con le scarpe di cartone e gli asini, a parte la campagna d’Etiopia, d’Albania di Grecia, a parte la soppressione delle libertà individuali, a parte Matteotti, a parte lo squadrismo, a parte l’armistizio, ha fatto bene. Ecco, in quel caso tifare Milan dovrebbe essere logica conseguenza. Ed invece no, perché duro e puro come sei, Berlusconi ti sembra un parassita che si nutre di clientelismo. Allora cazzo tifi Milan a fare che c’è l’Udinese o il Portogruaro-Caorle?

Ma parliamo di cose che contano:

Stasera la VV affronta la seconda delle quattro sfide consecutive in programma, in un calendario fittissimo che, se adeguatamente sfruttato, potrebbe rilanciare le quotazioni salvezza della banda Toffolon. Fattore campo da sfruttare al ‘Dei Pioppi’ di Bannia, contro la Ghiranova, che più che il nome di una squadra di calcio, sembra quello di un marsupiale. La Ghiranova è a 21 punti, 7° in classifica a pari merito con lo Sporting Livenza, ben 13 lunghezze più di noi che potrebbero essere solo 10 dopo stasera e se la matematica mi soccorre. Una squadra solida, molto più solida di quelle incontrate negli ultimi turni, ma di certo non imbattibile. Anche se la VV ha un’arma in meno: la maledizione di Ivan il Tammaro scenderà su di noi in tutta la sua manifesta e pestilenziale veemenza. Per ovviare a questo inconveniente ho predisposto il rituale catartico e purificatore. Sale da cucina, gessetti per disegnare i pentacoli, acqua benedetta, dei dindi da sacrificare a Giuseppe Verdi e la maglia di Totò Di Natale. Tutto pronto, si gioca.

Le lacrime di Schelotto sono quelle di tutti noi.

Le lacrime di Schelotto sono quelle di tutti noi.

La confianza se genera a traves de los triunfos.

Nei giorni del bicentenario della morte di Giuseppe Verdi, patriarca della deep house e mascotte della VV, è facile che succeda l’imponderabile e che la maledizione che ha colpito la squadra nell’intero anno solare 2012 – la ribattezzata maledizione di Ivan il Tammaro– è giunta a termine. La VV si aggiudica il match interno di ricupero contro un Azzanello in caduta libera. 2-1 il risultato finale che premia i ragazzi di Toffolon ben oltre i propri meriti, ma come ci dice l’asso di danari: no val saper a chi ha fortuna contra.

Freddacronaca.
Tra le brume bannianensi succede che anche la ViaVerdi imbocchi il sentiero della gloria, al termine di una partita pazza e inopinatamente violenta.  Primo tempo contraddistinto dalla sofferente involuzione di gioco e di carattere della truppa Toffolon, al solito intimoriti e contratti. Si gioca al piccolo trotto e il campo infido, si sa, non aiuta la tecnica. Dalla panca, ma senza sizza, l’impressione è che lo scollamento tra reparti sia più un problema di mancato affiatamento e armonia che una lacuna tecnica. Ad esempio il prestigioso autogol di Baz Sforzin (apprezzabile il gesto tecnico), che porta in vantaggio l’Azzanello, non è frutto di una disattenzione personale. Non voglio fare l’apologeta del mito di tutti Baz, ma l’errore di posizionamento della difesa, scoperta da un centrocampo sempre piuttosto fragile, ha coadiuvato lo scivolone. Certo, quand’anche la sfortuna ci si mette di mezzo, succede che da un rimpallo nasca un pallonetto imprendibile per Onori (che avrà modo di riscattarsi con parate miracolose). Dopo l’autogol succede di tutto: Il Ruvigne, fedele al soprannome affibbiatogli, indossa i panni del boxeur e un tirapugni, per stendere il suo uomo di competenza con un destro alla Cammarelle. Inutile cercare alibi o analizzare chi abbia aizzato chi, il gesto è e rimane inqualificabile. Ma gli dei non vollero che l’arbitro s’avvedesse dell’accaduto. Nel frattempo giocatori in campo, insulti e il povero direttore di gara che fatica a contenere il giusto risentimento dell’Azzanello. Sarebbe stato rosso diretto, ViaVerdi in 10 e sotto di un gol. Toffolon, per evitare una caccia all’uomo, toglie il Ruvigne dal terreno di gara e da lì inizia un’altra partita. Perché è vero che gli errori dovrebbero essere scontati, ma il parapiglia ha il duplice effetto di caricare la ViaVerdi e innervosire l’Azzanello. Misteri del calcio.

Il secondo tempo è un’altra storia con una ViaVerdi gagliarda ed arrembante, che cambia il terminale d’attacco: un Bergamasco da calcio totale, al posto di un volenteroso Giovannino Vaccher e trova subito il pareggio su un netto calcio di rigore, procurato e realizzato da Roberto Andriani, fino a quel momento oggetto misterioso. Andriani è così corretto che nell’intervento del difensore non si butta nemmeno a terra e rimane miracolosamente in piedi, ma è punita la scomposta entrata del marcatore dell’Azzanello. Palla da una parte, portiere dall’altra: 1-1, anche se nella testa del tarantino si era materializzata la pazza di idea del cucchiaio. Poi gloria anche per Denis Mior, da ieri l’altro miglior marcatore della VV e che fino a quel momento non ne aveva imbroccata una. Nell’intervallo, siccome sono sensitivo, avevo detto a Mior di scuotersi e avevo predetto la sua marcatura. Il tempo d’inserimento su perfetto passaggio di capitan Alba (mi confermano) è di quelli giusti: Mior controlla, entra in area e fredda il portiere avversario: 2-1 e gioia. Il resto della partita è scandito da interventi al limite della thai boxe, barelle tolte dal cellophane e perdite di tempo che neanche l’Internazionale di Milano e la maledizione di Ivan il Tammaro che si sgretola. 3 punti che fanno morale, ci permettono di lasciare, momentaneamente, l’ultima piazza e aiutano gli audaci. Il bel gioco? Next time.

Hombre Vertical:

Max Onori: para tutto il parabile degli avversari. S’inchina solo alla prodezza di Sforzin.
Andrea Trevisan: anche se solo a tratti, ovvero quando è innescato, fa il bello e cattivo tempo sulla fascia. Giganteggia.
Roberto Andriani e Denis Mior: fino al momento della gloria personale sarebbero da prendere a scarpate, ma la vittoria è frutto del loro intuito e della loro tecnica.
Il capitano Devid Alba: spesso non si fida a farla filtrare per qualche compagno in posizione migliore, lanciandosi in ardite azioni personali. Ma provate a togliergli la palla dai piedi, se ci riuscite. Versione assist man infallibile.

Aupa Verdi!

Beppe gol, Beppe Gol, Beppe gooool

Beppe gol, Beppe Gol, Beppe gooool